Da handicap 26 a 8 in 4 mesi

INTERVISTA A GIOVANNI LOTTI
Avere un allievo che scende di handicap è sempre fonte di soddisfazione per un maestro, perché vuol dire che il suo lavoro ha un significato e un impatto sulla vita di altre persone. Ma quando l’handicap scende così rapidamente, come è capitato al mio allievo, la prospettiva si amplia e le soddisfazioni crescono. Gli ho fatto allora qualche domanda, nell’augurio che la sua esperienza possa essere da sprone per tanti golfisti.

Andrea: Prima di tutto complimenti! Hai compiuto un'impresa davvero poco comune. Puoi riassumere brevemente, per chi non ti conosce, da quanto tempo giochi a golf, quanto tempo dedichi al golf settimanalmente e come ti alleni?
Giovanni: Ciao a tutti! Sono Giovanni Lotti, ho 19 anni e gioco a golf da tre stagioni (questa è la quarta). Essendo uno studente, il mio gioco si intensifica solo durante i mesi estivi, mentre diminuisce durante i mesi invernali: in media d’estate gioco 5/6 volte a settimana (3 volte in campo pratica, 1/2 volte in campo e una gara nel fine settimana), mentre nei mesi invernali i giorni di gioco si riducono a 3 o 4 (2 volte in campo pratica, una gara e se rientra nei tempi anche un allenamento in campo).

A: Quello che devi fare nello swing te lo dico da sempre, e da sempre stai cercando di farlo. Cosa ritieni sia cambiato, in questi ultimi quattro mesi, nel tuo modo di pensare che ti ha portato a fare quello che allora sapevi di dover fare ma non riuscivi a fare?
G: Penso che il giorno della “svolta” sia stato quando Andrea mi ha insegnato a fare draw e fade volontari: da quel momento i miei allenamenti si sono incentrati molto di più sul movimento e molto meno su quei blocchi mentali che da tempo io e Andrea cercavamo di rimuovere e di aggirare senza successo. Dopo questa svolta “mentale”, alla quale ha contribuito anche Roberto Cadonati durante i golf clinic organizzati da Andrea, abbiamo lavorato molto bene sul mio swing che ha cominciato a darmi risultati: la discesa di handicap è stata molto rapida, in quattro mesi sono riuscito a perdere 18 colpi, divertendomi come non mai e amando questo sport ogni giorno di più.

A: Qual è la principale differenza nel tuo modo di giocare a golf che senti rispetto a quattro mesi fa?
G: La differenza è totale: prima di maggio il mio gioco si basava sull’incertezza, quando mi mettevo sulla palla pensavo solamente a come fare lo swing per riuscire a non fare disastri, e la maggior parte delle volte ne facevo. Ora invece la mia sicurezza è aumentata esponenzialmente: quando mi metto sulla palla penso subito alla visualizzazione che mi hanno insegnato Roby e Andre, penso al posto preciso dove voglio che la mia palla atterri e... tutto viene in automatico!

A: Ovviamente i risultati non sono venuti subito. Cosa hai pensato, che potesse esserti di aiuto, in quei periodi in cui il tuo gioco non dava i risultati sperati?
G: Il periodo in cui il mio gioco non funzionava è stato lungo: in alcuni periodi infatti ho pensato addirittura che il golf non fosse il mio sport e che sarebbe stato meglio arrendersi. Ma questa è l’ultima cosa che il golfista in difficoltà deve pensare! Infatti continuando ad andare a lezione da Andrea e allenandomi con costanza nel modo giusto, i risultati sono arrivati. I tre punti chiave del mio miglioramento sono stati: l’allenamento, le lezioni e i golf clinic (periodi intensivi di gioco e di allenamento durante i quali le crescite e i miglioramenti sono esponenziali per tutti!).

A: Se qualcuno ti chiedesse un consiglio per riuscire ad emulare la tua impresa, cosa gli consiglieresti?
G: Gli consiglierei di allenarsi con costanza, di non mollare mai anche nei momenti di maggiore difficoltà, di non smettere mai di andare a lezione e di credere in questo sport che ti toglie molto e magari anche per molto tempo, ma che alla fine ti restituisce sempre tutto con gli interessi!



 

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